da Articolo 21, di Bruna Iacopino
Un viaggio che non è solo immaginario, ma che fa leva sull’immaginazione per svelare un mondo che è invece “pesantemente” reale. Questa l’idea che sta alla base di Space Metropoliz un progetto articolato e ambizioso, nato dalle menti di due registi-antropologi, alle prese con una realtà metropolitana in continua evoluzione come quella di Roma.
“Roma meticcia” canta l’ultimo lavoro degli Assalti frontali, storica band romana nota per l’attvimso politico che la contraddistinse alla nascita… e l’esistenza di questa città meticcia, dove la popolazione è un mix di culture, lingue, colori differenti è ormai sotto gli occhi di tutti: di chi vuol vedere e di chi preferisce far finta di nulla, per comodità.
Ci sono poi delle realtà, piccole ( grandi) esperienze che rendono ancora più evidente questo “meticciato” ormai inevitabile. E’ questo per esempio il caso di Metropoliz, luogo a cui, appunto, è dedicato il progetto di Fabrizio Boni e Giorgio De Finis.
Metropoliz è uno spazio occupato e autogestito in via Prenestina 913. 3 ettari di terreno, che fino alla metà degli anni ’80 ospitavano il salumificio Fiorucci, in seguito venduto a un privato con la possibilità di essere reso edificabile grazie alle concessioni contenute nel nuovo piano casa. L’ennesima speculazione edilizia all’orizzonte rispetto alla quale un gruppo variegato di precari italiani ed immigrati tenta di fornire una propria risposta andando ad occupare quello spazio dismesso, come ci racconta Irene, dei Blocchi precari metropolitani che ormai da anni portano avanti a Roma la battaglia per il “diritto all’abitare”.
Visito Metropoliz una rovente domenica mattina di maggio. Il sole batte a picco su “piazza del Campidoglio” la piazzetta centrale, chiamata così per la decorazione a terra che è identica a quella del Campidoglio, appunto, e che si trova sulla destra appena entrati dal cancelletto che nasconde l’intera struttura. I primi ad accogliermi sono i bambini, rom, che vivono lì assieme alle loro famiglie: 33 nuclei famigliari in tutto per un totale di circa 100 persone.
C’è aria di festa: oggi si presenta ufficialmente il progetto di Space Metroliz; i piccoli sono ala prese con il primo laboratorio, primo di una lunga serie, che vedrà impegnati gli abitanti di Metropoliz per l’arco di un intero anno fino al raggiungimento della meta ultima: un immaginario viaggio sulla luna a bordo di un razzo che partirà proprio da quella piazzetta al centro. Per tutto il tempo gli autori del progetto coadiuvati da altre associazioni del territorio, artisti, letterati, musicisti, studenti guideranno il processo di preparazione al “decollo” dalla terra coinvolgendo gli abitanti del luogo e facendo si che sogni e desideri che travalicano le difficoltà quotidiane tornino ad essere parte vitale e motore propulsore per la ri-progettazione partecipata di uno spazio, che, com’era negli intenti deve essere restituito all’intera collettività.
“ La scelta di occupare era legata alla necessità di ridisegnare un pezzo di città e rimetterla a disposizione di una progettualità condivisa… dunque non solo una risposta ai soli bisogni contingenti” spiega ancora Irene.
Metropoliz, a oggi, ospita una comunità multiculturale di circa 200 persone composta da eritrei, etiopi, sudanesi, rom per lo più est europei, che condivide, non senza difficoltà, un’esperienza di auto-recupero e auto- organizzazione.
Ognuno ci ha messo del proprio in quello spazio, le proprie energie, le aspettative, i risparmi. E sfruttando le strutture esistenti ( palazzi, capannoni) sono sorte casette, o mini appartamenti abitabili, una sala studio e una piccola ludoteca.
Le mini case costruite dalle famiglie rom spiccano per i colori pastello, tutte diverse, arredamento sobrio e per lo più realizzato con materiale di recupero.
Un cantiere ancora completamente aperto, a tratti invaso di macerie da smaltire, ed edifici tutt’ora dismessi che cadono a pezzi. “ Il lavoro da fare è ancora tanto” sospira Irene “ e il problema principale è che mancano i soldi per poter procedere, per cui si va avanti a piccoli passi.”
E poi ci sono i problemi tipici legati alla convivenza e alla gestione dello spazio, come in qualsiasi condominio del resto. “ All’inizio – spiega sempre Irene- è stato estremamente difficile far comprendere, soprattutto alla comunità rom il principio dell’autodifesa, ovvero, che, per esempio il cancello doveva rimanere chiuso, alla fine lo hanno capito… e pian piano anche altri “tabù” culturali sono stati abbattuti, come per esempio la scolarizzazione interrotta, soprattutto per le bambine… e tutto questo si è potuto ottenere attraverso il confronto e il dialogo.”
Un esperimento di Welfare indiretto, mi viene fatto notare, anche qui costruito dal basso, per cui ci si da una mano a vicenda: chi sa fare una cosa la metta a disposizione dell’intera comunità, le decisioni vengono prese in maniera collegiale.
I metropoliziani ora si trovano a dover affrontare un’altra avventura. Il viaggio sulla luna prevede infatti la loro partecipazione attiva e il progetto, sottolineano gli autori, è un work in progress…
Attraverso di esso verranno fuori talenti e singole creatività che forniranno ampio materiale non solo al film documentario ( obiettivo ultimo del progetto stesso), ma anche a una radio web, a un “giornale di bordo”, a una miniserie Tv facendo “uscire” gli abitanti all’esterno, e facendo entrare chi vive “fuori” dentro…
Numi tutelari e fonti di ispirazione, Meliès di Voyage dans la lune e De Sica di Miracolo a Milano.
“Il film, spiega Fabrizio Boni, è solo il cavallo di Troia che ci permetterà di documentare l’esperimento fatto a Metropoliz, i suoi protagonisti, le singole storie, ma anche le difficoltà quotidiane…”
Un viaggio, quello ideato da questi due registi iniziato da poco e che vedrà la luce solo il prossimo anno… Non rimane che attendere, dunque e magari prendere parte a uno dei tanti incontri di studio dedicati alla “luna” che si tengono ogni mercoledì pomeriggio alle 18 in via Prenestina.
Per ulteriori info:
http://www.facebook.com/#!/spacemetropoliz
spacemetropoliz.tumblr.com
http://www.articolo21.org/3317/notizia/space-metropoliz-in-viaggio-verso-la-luna.html