9 novembre: Llakta Kunka Fest_ La voz del pueblo. Festival urbano di cultura IndoAfroLatina

9 novGraffiti/dibattito/danzas tipicas/cena latina/live Hip Hop

H.14 —Graffiti: DANS LA RUE (Roma) – DIBUXITO ART (Barcellona) – JOY (Milano)
—Mostra Poetica-Fotografica “El vuelo de Antarki” (Alvaro Flores/Nokxiz)
—Esposizione di Tele “Made in Peru” (Joy)

H.17 —Dibattito e finestra_Dall’America Latina all’Italia: pratiche di riappropriazione a confronto

H.18 —Proiezione Documentario “AUTODEFENSA” Chile, Valparaiso. Sottotitolato in italiano

H. 18:30 —Danze Folkloriche:
BALLET FOLKLORICO (Bolivia andina)
MARINERA NORTEÑA con Francisco e Agnese Perez (Peru)
GRUPO DE DANZA JATARY CHURY (Ecuador)

H. 20 —Cucina latina a cura degli occupanti latinoamericani

H. 21 —DJ Set: BARRIO ANTIFA “Melodias desde la raiz” – PUNCHNEEDLE (DJ Bews & DJ Classick)

H.22 —Live Hip Hop:
///JDR (Roma/Colombia)
///CHIKY REALEZA (Ostia/Chile)
///ANKALLI KLAN (Milano/Perù)
///ESPLOSIONE PLASTICA (Roma/Perù-Marocco-Italia)

—Special guest
///KENTO (Reggio Calabria/Roma)

///RXNDE AKOZTA (Rap old school from Cuba)
+ DJ ZEACK (DeLaRue Squad) [España/Cuba]

Sottoscrizione 3€

Metropoliz – Via Prenestina 913 Roma
Bus 501 da Largo Preneste- 508 da Ponte Mammolo (scendi davanti a Decathlon e te lo trovi di fronte)

FOMENTIAMO L’ANTIRAZZISMO E L’ANTIFASCISMO!!

Llakta kunka, parola che in Quechua significa “La voce del Popolo” , è un evento che vuol fare incontrare la comunità IndoAfroLatinoamericana migrante che vive nel territorio Italiano, che come moltissime realtà meticce combatte quotidianamente l’indifferenza, la precarietà e il razzismo, con i percorsi di lotta che si costruiscono in tutta Italia, e al contempo vuole mettere in connessione questi con le numerose lotte che si sono sviluppate negli ultimi anni in tutto il continente Sudamericano.

Dagli Zapatisti e dai Sem Terra, alle lotte dei comitati e delle comunità contro le centrali idroelettriche e la privatizzazione dell’acqua in Perù, a quelle in Colombia contro il latifondo e la speculazione edilizia, ai movimenti brasiliani del copa pra cuem che smascherano ancora una volta gli interessi della finanza speculativa nascosti dietro le grandi opere ed i grandi eventi, alle mobilitazioni delle comunità messicane contro le multinazionali del gas e del petrolio che devastano e saccheggiano il Caribe.

Sono lotte che si raccontano come meticce, articolandosi tra grandi metropoli e comunità a prevalenza indigena, che narrano la capacità di costruire reti solidali e pratiche reali di riappropriazione a partire dai propri territori.

Sono percorsi locali che parlano un linguaggio globale: radicati nei territori, capaci di mettere in campo strategie efficaci di sabotaggio delle grandi opere inutili (come la diga Chadìn II in Perù) o scioperi in grado di bloccare un intero paese mettendo in crisi il sistema del latifondo delle multinazionali (come avvenuto in Colombia con lo sciopero agrario). Le parole d’ordine tierra, derechos, libertad, dignidad, antiracismo, bienes comunes, sono le stesse che ritroviamo al di qua dell’Atlantico nei percorsi che si costruiscono quotidianamente nei quartieri delle metropoli europee: movimenti di lotta per il diritto alla casa, studenti, migranti, precari… sono le stesse parole che hanno segnato la sollevazione generale del #19O a Roma, dove più di 70mila persone hanno sancito, in maniera inequivocabile, che la sola grande opera che accetteremo sono casa, reddito e diritti per tutte/i.

In un continente dove siamo solo mano d’opera a basso prezzo, rivendichiamo la nostra storia, la nostra dignità e diritti: attraverso l’arte urbana popolare e una tradizione fatta di ribellione, sacrificio e lotta, che racconta la nostra voce, la voz del pueblo. In una società dove l’assenza di diritti è pane quotidiano e dove si espropriano gli esseri umani della loro dignità, invitiamo i nostri fratelli e sorelle, qualunque sia la loro cittadinanza, a non chinare la testa, a gridare che nessun essere umano è clandestino e a difendere il diritto a vivere in pace e a partecipare direttamente alla costruzione di una nuova società basata sull’uguaglianza.

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