21/9 INDIPENDENCE DAY [& NIGHT]. LE SPACE EST A NOUS

espace
Il MAAM festeggia, come di consueto, la fine dell’estate. Nello specifico, la fine dell’estate degli sgomberi e dell’attacco sistematico alla cultura indipendente, che ha visto Roma (ma anche Milano) nell’occhio del ciclone. 
L’Angelo Mai, il Volturno, il Teatro Valle, il Gerini, il cinema America, uno ad uno sono caduti in nome di un ripristino della legalità che si lascia alle spalle solo macerie.
In un momento storico, per giunta, in cui le istituzioni ci regalano come contropartita il deserto culturale e una normativa infame che viola i diritti elementari dei più deboli e di chi di questi ultimi intende tutelare la sopravvivenza civile (pensiamo alla gravità dell’art.5 del Piano Casa, che colpisce occupanti e movimenti). Essere indipendenti oggi non è solo una scelta di autonomia, ma l’unico modo possibile di non essere conniventi con un potere che non ha nessuna paura di mostrare il suo vero volto.
Oltre 30 nuovi interventi site specific, musica diffusa, performance, cena meticcia e per concludere lo spettacolo BE GAME a cura di Dynamis e Cobol Pongide e il “Rave in Space” del dj Balli, l’autore di Anche tu Astronauta: guida all’esplorazione indipendente dello spazio.

Tutt* sono invitati a firmare la petizione contro l’art. 5 e per la libertà di movimento

Campagna per l’abolizione del Piano casa e per la libertà di movimento

Tra le nuove opere entrate in collezione al MAAM nel corso dell’estate, quelle di: Francesco Bancheri, Matteo Basile’, Beetroot, Arianna Bonamore, Paolo Buggiani, Daniele Contavalli, Sabrina Dan, Laura Della Gatta, Carlo Gori, Guerrilla Spam, Hogre, Itto, Leo, Mario Marra, Fabio Mariani, Marcello Maugeri, Fabrizio Pompili, Giovanna Ranaldi, Mauro Sgarbi, Patrizia Trevisi, Pino Volpino.

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Programma (provvisorio)

ore 17.00 Apertura al pubblico

ore 17.30 Visita guidata

ore 18.00 Performance e musica diffusa:

“Urban Lake”_Breaking Wood
Alessandro Altarocca (sound processing), Cristiano Petrucci (clarinet & live looping) Walter Paradiso (video).
Proiezione verticale di un affresco digitale, una piantina dove dalle strade, dalle cose lasciate, emergono percorsi dimenticati dalla visione, indirizzi che il suono va a ritrovare
….

ore 20.00 Cena meticcia

ore 21.30 BE GAME_ performance di DYNAMIS con live music di Cobol Pongide.

ore 23.00 Dj Balli: RAVE IN SPACE_ pratiche antigravitazionali con convulsioni ritmiche


begame_orizzontaleBE GAME
è il primo tentativo di riconquista dello Spazio Interstellare attraverso la pratica performativa. La logica del progetto è dichiarata nelle doppie accezioni del termine game, gioco e coraggio, che diventano possibilità concreta con il suffisso be, essere, diventare, andare.
DYNAMIS propone la conquista autonoma dello Spazio come soluzione concreta all’esigenza crescente e drammatica di luoghi fisici e sociali che ogni giorno nella dimensione vitale e ancor più culturale, ci vengono sottratti. Se su questo pianeta i luoghi necessari ad una sana e libera umanità sono oggi più che mai negati al cittadino è urgente organizzarsi per appropriarsi di quanto, attorno a noi, ancora è disponibile: lo Spazio interstellare.
BE GAME grida al pubblico l’urgenza di riappropriarsi delle strade, ma anche delle stelle, di riprendersi lo Spazio e gli spazi, esplorare e ri-definire i luoghi di socializzazione e di vita che vanno via via annullandosi nel quotidiano.
Il progetto cavalca la scienza delle soluzioni immaginarie e dell’ assurdo per interrogarsi criticamente sullo sviluppo e l’utilizzo degli spazi urbani, aprendo una possibilità per immaginarsi diversamente al loro interno.
L’azione performativa è dunque un pratico manuale ad uso e consumo del pubblico, che ne usufruisce secondo suo desiderio per prendere coscienza della condizione in cui è costretto e, potenzialmente, per diventare attivamente Astronauta Indipendente. Dalla performance emerge evidente che essere un Astronauta Indipendente è qualcosa di molto poco spaziale, meno di quanto si creda. Astronauta Indipendente si nasce e molti lo sono senza saperlo, l’obiettivo dell’azione performativa è dunque attivare nelle coscienze questa natura. Va da se che quante più repliche saranno effettuate tanto più le possibilità per i cittadini si amplieranno.

Essere Astronauta Indipendente non ha a che fare con un programma da mettere in atto ed ogni uomo e ogni donna possono potenzialmente diventarlo.

ATTENZIONE! – BE GAME / INDICAZIONI PER L’USO
-La natura delle azioni di riappropriazione dello spazio interstellare deve mantenere il carattere di un movimento sociale;
-Nella logica del progetto è indispensabile sviluppare e tener vivo un gusto per il paradosso e per l’assurdo;
-Guardarsi dalle truffaldine agenzie aerospaziali militari e di stato.

DYNAMIS
Dynamis conduce dal 2007 un lavoro di ricerca teatrale attraverso la sperimentazione di diverse forme espressive muovendosi su tre assi: la Formazione, la Ricerca, la Produzione. Promuove attività formative per attori professionisti, amatori, bambini e adolescenti con l’obiettivo di stimolare l’incontro e la partecipazione attiva delle persone e di riattivarne uno sguardo attento, partecipe e critico.
Negli ultimi anni DYNAMIS affina il suo percorso di Ricerca in contatto con i ragazzi, a cui propone un nuovo punto di vista e una diversa possibilità di approccio agli spazi teatrali e culturali della propria città per educarli alla partecipazione al mondo teatrale nell’intento di creare il nuovo potenziale pubblico di domani.
All’interno del progetto BE GAME sono state proposte attività di ricerca formative in forma di laboratori intensivi ad adolescenti e studenti universitari. Il tema di BE GAME, la riconquista spaziale, ha inoltre accompagnato le attività interne alle scuole in cui DYNAMIS opera.

COBOL PONGIDE
E Cobol pongide si diploma presso l’Istituto per le Arti Armoniche, Dinamiche e Cinematiche di Praga [PUHKU]. Attivo principalmente nel campo musicale suona utilizzando esclusivamente giocattoli, accompagnato da un frontbot [un robot cantante] che completa la band. Impegnato da anni nel campo della riflessione spaziale e cosmologica, il suo apporto si concretizza nella musica, nei video [cinema, video e animazione 3D] e nella pratica saggistica.

RICCARDO BALLI
“Censito” dal C.E.S.N.U.R. di Massimo Introvigne tra le nuove religioni in Italia nella sezione movimenti. Riccardo Balli è l’autore di “Anche tu Astronauta: guida all’esplorazione indipendente dello spazio” Castelvecchi, 1998 tradotto in francese con il titolo “Quitter la Gravitè” Ed. Du l’Eclat. Ha fatto parte dell’Associazione Astronauti Autonomi sin dalla sua nascita. Attualmente lavora assieme all’etichetta Sonic Belligeranza ad un complesso sistema di audio-propulsione denominato Pimax basato sui 333 bpm.

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Mediterraneo Antirazzista @Metropoliz 23-25 maggio

mediterraneo2014webmediterraneo2014flyer12

23 maggio

ore 16 Incontro Squat e migrazioni: esperienze in Europa a confronto_incontro con il collettivo SqEK (Squatting European Kollective)

cena

Live street music

24 maggio

dalle ore 10 al tramonto

calcio a 5, pallavolo, basket

dalle ore 15

Come se fosse Antani_Suoni nel Mediterraneo

selezioni musicali a cura di Mondo Cane

Off-market mercatino dell’usato e delle autoproduzioni

ore 18

presentazione di “Briganti o emigranti. Sud e movimenti tra conricerca e studi subalterni”( A cura di Orizzonti meridiani) con Adalgiso Amendola, Gaetano Mazzola (Centro Sociale Exkarcere e Centro Sociale Anomalia),Ugo Esposito (Zer081 occupato)

cena

Proiezioni sulle lotte contro FIFA 2014 in Brasile

25 maggio Metropoliz

ore 10-14 tornei

4stelle via Prenestina 944

dalle ore 14

pranzo

Riproduzione dell’opera “NOT HERE”

HOME THEATRE. Rassegna di videoarte domestica

Jam session hip hop

Dal 23 al 25 maggio_Metropoliz Mostra Fotografica “Il lusso di resistere” Immagini di Andrea Polzoni

Regolamento tornei: www.mediterraneoantirazzista.org

Iscrizione: roma@mediterraneoantirazzista.org indicando: nome della squadra, fascia d’età (8-12, 13-15, 16-99), composizione (mista, solo donne, solo uomini), la città di provenienza, un contatto telefonico e una email.

4STELLE UNDERGROUND_LASTcome se fosse antanisqek

 

 

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Audio BanlieusArt_ L’arte incontra i movimenti

banl

Paolo Di Vetta

Giorgio De Finis

 Carolyn Christov-Bakargiev

Mauro Folci

Alfredo Pirri

Giuseppe Stampone

Pablo Echaurren 

Nicola Valentino

Franco Piperno

Lorenzo Canova

Nicolas Martino

Andrea Falchi

16 maggio MAAM_BANLIEUSART: L’arte incontra i movimenti

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16 maggio MAAM_BANLIEUSART: L’arte incontra i movimenti

banlVenerdi’ 16 maggio 2014

MAAM Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz_città meticcia
via Prenestina 913


Programma:

ore 10.30
Inaugurazione dell’opera di Davide Dormino “Editto” e della Sala dello Scompiglio, o Sala delle Bandiere (a cura di Pablo Echaurren, Cristiana Pacchiarotti, Paolo Assenza.
Contributi artistici d: Giovanni Albanese, Paolo Assenza, Renzo Bellanca, Simone Bertugno, Tania Campisi, Annabella Cuomo, Paolo Dore, Arash Iran Doust, Pablo Echaurren, Ovidiu Leuce, Anahi Angela Mariotti, Maria Carmela Milano, Leila Mirzakhani, Cristiana Pacchiarotti, Stefania Perna, Navid Azimi Sajadi, Germano Serafini, Daniele Villa)
ore 11.00
L’arte incontra i movimenti. Inizio dei lavori.

Interventi di:
CAROLYN CHRISTOV-BAKARGIEV
PABLO ECHAURREN
MAURO FOLCI
ALFREDO PIRRI
FRANCO PIPERNO
GIUSEPPE STAMPONE
NICOLAS MARTINO
LORENZO CANOVA
FRANCESCO SYLOS LABINI
NICOLA VALENTINO
FRANCESCO CARERI
ANDREA FALCHI
Introducono Giorgio de Finis e Paolo Di Vetta.
Moderatori Mattia Pellegrini e Davide Ricco.

Tutt* sono invitati ad intervenire al dibattito.

Al termine dell’incontro presentazione del progetto NOT (ONLY) HERE. Opera di Mauro Cuppone nell’era della riproducibilità tecnica.
Progetto a cura di Giorgio de Finis.

ore 11.00
Visita guidata per le scuole alla collezione del MAAM. A cura di Carlo Gori.

ore 14.00
Colazione meticcia.

ore 16.00/20.00
HOME THEATRE. Rassegna di videoarte domestica.

a cura di Lorena Benatti, Giorgio de Finis, Donatella Giordano, Mattia Pellegrini, Donatella Pinocci, Davide Ricco, Olivia Spatola

Cfr. programma pagina evento MAAM_HOME THEATRE.

ore 17.00
Visita guidata alla collezione del MAAM.
A cura di Carlo Gori.

ore 17.30
Presentazione dei nuovi interventi site specific realizzati al MAAM.
Opere di:
KOBRA, GIOVANNI ALBANESE, MAURO MAUGLIANI, MARCELLO MAUGERI, PAOLO BIELLI, MICHELE WELKE, GIANFRANCO SCRIBONI, FRANCESCHELLI, ANDRECO.
Work in progress: DANILO BUCCHI, NICOLA ALESSANDRINI.
A cura di Giorgio de Finis.

ore 18.00
Presentazione del nuovo numero di FART i fogli della Fabbrica dell’ARTe.
Contributi di Gian Maria Tosatti, Dora Garcia, Nicolas Martino, Andrea Lanini, Alessandro Bulgini, Giorgio de Finis e Mauro Cuppone.

ore 19-00
Performance di Mauro Folci

ore 20.00
Cena meticcia + degustazione di assenzio.

ore 23.00
Concerto THEE ELEPHANT

ore 24.00
dj set

Di seguito il contributo dei Blocchi Precari Metropolitani al dibattito.

Percorrendo strade diverse dentro questa fabbrica fino al 2009 dismessa e priva di vita, nuove energie hanno prodotto un singolare incrocio. Complesso ma non innaturale, dove le lotte per il diritto all’abitare e i movimenti liberano spazi, inventano complicità e realizzano desideri anche attraverso le incursioni di artisti intrigati dalla libertà che si respira dentro questa città meticcia.
Una dimensione composta da fatica e impegno, da intuizioni e colpi di testa, da esperienza e incoscienza. Ecco perché lo scontro/incontro tra l’arte e i movimenti è ancora attuale, soprattutto dentro un conflitto irriducibile contro la rendita, il consumo di suolo e la mercificazione della vita. Chi crede che uno spazio vuoto abbia un valore di per sé, che un tratto di colore sia un segno significativo anche senza avere un prezzo, che la fuga non sia un atto di resa ma una rottura definitiva con un modello di sviluppo basato sul profitto, chi trasforma se stesso per cambiare verso al sistema, chi ha il coraggio di giocare con le parole come con la vita, chi sa danzare sui muri e per le strade, guarda necessariamente lo stesso orizzonte e lotta per raggiungerlo.
Il presente di crisi dove i movimenti e l’arte si muovono restringe l’orizzonte e ci costringe ad incontrarci dentro una condizione difficile. Le periferie sono miscele esplosive e piene di energie carsiche, non si sa dove, come e se erutteranno. Il loro rapporto con l’arte è un sentimento contorto tra curiosità e inutilità, ma quando diventa chiaro che un’opera d’arte somiglia ad una barricata l’interesse aumenta e lo sguardo cambia, le complicità si svelano, le distanze diminuiscono.
Ma la convivenza non può essere pacifica e quindi l’azione dell’artista subisce un’attenzione determinante anche più aspra delle critiche più velenose. Qui la cosa diventa interessante e i movimenti e l’arte si misurano davvero, dentro spazi liberati e non omologati, dentro processi di valorizzazione non speculativi.
Le pratiche di riappropriazione concedono opportunità importanti dove declinare il diritto alla città senza compromessi di sorta ed è qui che questa proposta di confronto ha ragione di esistere, così come appare clandestinamente su tanti muri e dentro le metropoli.
La nave dei folli è in movimento dentro le periferie, torniamo a bordo.

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“Not Here”_ dipingiamo la mappa degli spazi occupati

metz non here

“NOT HERE” è un’opera d’arte site specific che tutti possono facilmente riprodurre, formata da una croce di grandi dimensioni da dipingere a terra o su un tetto con al centro una scritta: “not here”.
L’obiettivo primario è che sia visibile dall’alto (ad es. dal satellite di Google Earth) come il segno su una mappa o un bersaglio. Per questo è dipinta di giallo (colore di “segnalazione” per eccellenza) ed è auspicabile che venga riprodotta nelle sua dimensione originale.
Se per vari motivi ciò non fosse possibile, a seconda della location, potrà essere realizzata in altre dimensioni sia più grandi che più piccole. Se le dimensioni dovessero essere ridotte sensibilmente, potrà essere anche dipinta su muri, su strade, davanti ad ingressi, e così via. Per le dimensioni più piccole sarà importante modificare leggermente le proporzioni della croce.
Suggeriamo, pertanto, di seguire attentamente le istruzioni e le proporzioni indicate qui di seguito.

not hereISTRUZIONI PER LA RIPRODUZIONE DELL’OPERA D’ARTE NELL’EPOCA DELLA SUA RIPRODUCIBILITA’ TECNICA

https://www.facebook.com/pages/NOT-HERE/612080075549489

http://www.maurocuppone.com/

NOT [ONLY] HERE
“Not Here” è il titolo dell’opera site specific che Mauro Cuppone ha realizzato il marzo scorso al MAAM, il Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz_città meticcia. Una grande ics gialla pensata per essere vista dall’alto, un tempo la prospettiva di dio oggi quella di Google Earth. Non è un caso, forse, che la grande croce gialla sia stata collocata accanto al grande razzo costruito dai metropoliziani nell’ambito del cantiere cinematografico e d’arte “Space Metropoliz” per andare sulla luna. Metropoliz ha infatti più volte espresso il desiderio di vedere la Terra da un altrove esoplanetario.
Perché “Not Here”? Il senso delle opere di Cuppone non è mai univoco. Anzi, a ben vedere, tutti i lavori di questo artista, sempre incline al gioco, contengono una contraddizione. Così la croce gialla, che serve a segnalare un luogo come nelle mappe del tesoro (nello specifico un luogo “marginale” ma che vale la pena di scoprire), nega se stessa aggiungendo al tautologico HERE il NOT. Con questa mossa il senso del lavoro cambia. La croce diventa tacca di mira, bersaglio, indica piuttosto un luogo da cancellare, rimuovere, sgomberare, demolire, bombardare, con gli strumenti della guerra chirurgica; e la scritta assume il valore di una dichiarazione “politica”: non qui! Un “go home” rimandato al mittente da chi occupa per trovare una casa. Un’altra pernacchia, come la scritta FART realizzata a lettere cubitali da Mauro Cuppone sul tetto della ex Fiorucci! Questa volta il digitus impudicus è rivolto al Grande Fratello che ci scruta dall’alto. Perché Metropoliz, come un’isola di pirati (e qui tutto torna), è uno spazio autonomo, fosse pure solo temporaneamente per dirla con Hakim Bey.
Ora anche proporre la riproducibilità di un intervento site specific può sembrare una contraddizione in termini. Ma non lo è. Perché coglie la vocazione virale e politica del MAAM, esperimento singolare nato sulla via Prenestina che vorrebbe farsi plurale, farsi città.
Dipingere la mappa degli spazi occupati a Roma, replicando il “Not Here” di Mauro Cuppone su ogni edificio liberato e autogestito, vuol dire realizzare collettivamente un’opera d’arte a scala urbana. E gridare “una risata vi seppellirà” a chi sta cercando di criminalizzare la lotta per il diritto all’abitare. Forza Tutt*
Giorgio de Finis_ MAAM Museo dell’altro e dell’altrove di Metropoliz Città Meticcia

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Mediterraneo antirazzista_ 24-25 maggio

mediterraneo2014web

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5 aprile @Metropoliz Militant A presenta “Soli contro tutto”

assaltiweb

Presentiamo con piacere a Metropoliz l’anteprima del Romanzo non autorizzato di Militant A, che ci restituisce un pezzo della nostra storia: l’incontro con la comunità rom e romnì a Centocelle, il rifiuto dei campi, la rivendicazione di un abitare degno, l’arrivo nella città meticcia.

Siamo sotto la Camera a guardarci intorno. A cercare qualcuno. Ma chi? Chi può ascoltare il nostro grido? Siamo soli. Questa è la realtà: soli in questa solitudine istituzionale. Estranei al Parlamento. Soli contro tutto. Ma soli anche come stelle, come luci che illuminano il buio.

E’ una Roma vera, nascosta e commovente: la Roma meticcia. Il rapper di Assalti Frontali, diventato papà di due bambine, viene risucchiato dentro una scuola elementare dal nome orientale: Iqbal Masih. Siamo nella periferia romana e intorno a questa scuola si incrociano due mondi, quello formato da bambini, maestre e genitori che organizzano la resistenza contro il decreto Gelmini e quello di un campo rom non autorizzato che spunta una mattina di settembre proprio lì vicino. C’è solo una strada, via Casilina, che separa le due realtà: di qua la scuola, occupata e piena di striscioni per attirare attenzione, di là i rom romeni, nascosti e accucciati dentro un canalone per sopravvivere agli sgomberi. Piano piano la lotta diventa gigantesca e unica, in gioco c’è la sopravvivenza dell’istruzione pubblica italiana di qualità e il diritto a una vita degna dei più deboli, odiati e sconosciuti da tutti: i bambini rom. Scritto con un linguaggio fresco e ritmato tipico del rap il libro entra nei dettagli di alcune giornate scandite da occupazioni e concerti, sconfitte e vittorie.

Autore:

Militant A, componente del gruppo rap Assalti Frontali, ha al suo attivo otto dischi: Batti il tuo tempo (Onda Rossa Posse), Terra di nessuno, Conflitto, Banditi, HSL, Mi sa che stanotte…, Un’intesa perfetta, Profondo rosso. Questo è il suo terzo libro. Per DeriveApprodi ha pubblicato: Storie di assalti frontali e Il viaggio della parola.

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21/03 Free Drum’N’Bass. Cassa di resistenza per le spese legali

posterdrumretroIl 13 febbraio 17 attivisti dei movimenti per il diritto all’abitare sono stati colpiti da misure restrittive per la manifestazione del 31 ottobre 2013, con capi di imputazione che vanno dall’adunata sediziosa alla resistenza pluriaggravata e perfino alla rapina, accusa caduta in sede di riesame.

Mentre si moltiplicano iniziative delle procure in tutta Italia da Torino a Napoli, a Bologna, Firenze e Roma tese a criminalizzare chi protesta e a restringere la libertà di movimento, nei territori cresce la consapevolezza che per resistere alla crisi occorre rompere le regole e rivendicare la legittimità delle pratiche di riappropriazione.

Attiviamo reti di mutuo soccorso e casse di resistenza per respingere gli attacchi giudiziari!

Liberare tutt* vuol dire lottare ancora!

Le lotte contro l’austerity non si arrestano

ore 16 visita guidata del MAAM, Museo Dell’Altro e dell’Altrove di

Metropoliz_ Città Meticcia

ore 18 Inaugurazione dei nuovi interventi site specific e realizzazione del nuovo murales di Aladin

ore 19 presentazione di FART presentezione della Fabbrica dell’ARTe

(il nuovo periodico del MAAM)

ore 20 cena meticcia

Degustazione dell’Assenzio Artemisia tradizionale, al cioccolato

aromatico piccante e al caffè arabico.

Ore 21.30 Lorenzo Fe -AgenziaX presenta

  • “Londra zero zero. Strade bastarde, misica bastarda”
  • All crews. Viaggio alle redici della jungle, drum&bass” con Brian Belle-Fortune (in collegamento skype da Londra)

ore 23 Maztek- Leleprox- Seven- Gha Selecta- Madca

sottoscrizione 5euri

Lorenzo Fe (1988) è cresciuto a Treviso e ora vive a Londra.

Per Agenzia X ha pubblicato Londra zero zero, In ogni strada e curato l’edizione italiana di All Crews

Londra zero zero. Strade bastarde musica bastarda

Cosa sappiamo delle nuove tendenze musicali e culturali della Londra anni zero? Una generazione bastarda si sta conquistando spazi sempre più ampi, ma ancora in pochi se ne sono accorti.
Londra zero zero è un documento ricco di materiale introvabile scritto da un giovanissimo talento che si è calato in prima persona nei quartieri di East London, in uno dei laboratori urbani più innovativi al mondo grazie al melting pot etnico, alla frenetica attività artistica e alla sua memoria operaia e cockney. Qui vivono molti musicisti che hanno dato vita a due aggressive scene emergenti. Il grime, che con il suo stile sporco tra rap, ragga, jungle e Uk garage colpisce duro i nervi dei bassifondi cittadini. Il dubstep, che è riuscito a spodestare la drum’n’bass diventando il genere più ballato nei club d’avanguardia.
Decine di testimonianze orali strappate in presa diretta in un libro a metà strada tra giornalismo musicale, narrazioni ribelli e ricerca storica, tessuto attorno ai racconti dell’avventuroso soggiorno londinese dell’autore.
Tra gli intervistati: Simon Reynolds (autore di Post-punk), Dr. Das (ex Asian Dub Foundation), Akala (MC hip hop e grime).

Brian Belle-Fortune vive nel quartiere londinese di Tottenham e ha seguito la jungle fin dai tempi dei rave illegali. È stato autore per Bbc Radio di un’importante trasmissione drum & bass. Ha diretto l’etichetta indipendente London Some ’Ting Records.

All Crews. Viaggio alle radici della jungle drum & bass

La jungle drum & bass è una delle culture musicali più dirompenti degli ultimi decenni. Nata dagli ambienti underground dell’elettronica londinese, è diventata popolarissima in tutto il mondo grazie ad artisti come Goldie, Grooverider, DJ Storm, Pendulum e Noisia. AH Crews è considerato un cult, un testo fondamentale per gli appassionati del genere. È forse l’unica pubblicazione sulle origini e lo sviluppo di un movimento che ha saputo unire vibrazioni reggae e bassi dell’hip hop con accenti cockney e ribellione punk. In queste pagine le esperienze di Brian Belle-Fortune, DJ pirata di Rude FM, si mescolano in un coinvolgente viaggio tra MC, etichette, crew e promoter, creando un’immagine autentica della scena, ritratta in interviste e spassose narrazioni di strada. Questa versione, tradotta e curata da Lorenzo Fe, è completata da racconti orali su alcune delle esperienze italiane più significative.

Maztek

Matteo Cavo aka Maztek è un dj e produttore Drum&Bass e EDM, uno dei producers della band rap olandese Dope D.O.D..
Inizia la sua carriera nel 2004, dopo alcune uscite su diverse etichette discografiche indipendenti e il remix di Hit That realizzato per i Foreign Beggars e uscito sulla sua etichetta Subculture Records, approda con il suo singolo Galattica sulla Renegade Hardware nel 2011, storica etichetta Londinese che nel corso degli anni pubblica artisti di fama internazionale come Noisia, Spor, Pendulum e Chase and Status.
Nel 2010 realizza il remix per la canzone “Il Diluvio” dei Subsonica pubblicata da EMI
Nel 2012 Inizia la sua collaborazione con i Dope D.O.D. realizzando per loro la base del pezzo Brutality uscito su Evil EP. Nel 2013 realizza per loro anche le basi di Groove in Collaborazione con Redman, Millennium Falcon e Black Rain. Nello stesso anno firma con Program una sub label della nota RAM Records di Andy C e anche per Hospital Records.

Leleprox (Milano)

Nome storico nel panorama musicale underground e indipendente dagli anni ’80. Con la nascita della jungle/dnb, dal ’94 lo stile inconfondibile del live dj show in vinile e del suo preciso mixin ha influenzato diverse generazioni di dj’s in Italia diventando così, forte di una ventennale attività, una delle colonne portanti della cultura dei selecters in Italia.

Seven (Berlin)

dj seven plays a high energy drum and bass set with live visuals. (if micha is not tooooo lazy:) punkrock meets drum n bass From La phaze to Quemists, inspired by the rocking beats of Pendulum, Prodigy and State of Mind. electronic rock DJ set against capitalism, drum & bass for another world!!!

Gha Selecta

proviene dalla scena dei reggae sound system romani di fine anni ’90 (rub a dub movement sound system). Nel 2003 entra a far parte del progetto Frt records al forte prenestino, nel 2011 da vita alla Tajeria vinilica (laboratorio di incisione del vinile)

Madcap

entra nel 2005 nel progetto Frt records al forte prenestino. Promuove suoni di pura drum’n’bass. Collabora alla realizzazione della Tajeria vinilica. Attualmente dj resident al forte prenestino.

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Basta CIE. Chiudiamo Ponte Galeria

ULTIMOWEB (2)Madama CIE

“Apparentemente sembra che tu abbia il sangue freddo come il ghiaccio… ma dentro di te c’è un fuoco che brucia” Andrè a Lady Oscar.

Alessandra Magrini riporta in scena “Madama C.I.E.” incalzata dagli eventi di cronaca di questi mesi: Lampedusa, Ventimiglia, le rivolte nei Cie, il Mediterraneo che assomiglia sempre di più a una fossa comune, la nuova psicosi securitaria, le speranze di una vita migliore dei migranti che provengono dalla primavera nordafricana. “Madama C.I.E.” torna così ad essere così uno spettacolo di sconcertante attualità.

Monologo multimediale, “Madama CIE” è una mistura di brandelli scagliati dall’esplosione di una divisa da cui origina un simulacro tragicomico che segue un sentiero di rievocazioni estemporanee. Lady Oscar, Pinocchio, la Costituzione, il CIE di Ponte Galeria, gli sbarchi a Lampedusa, sgorgano da una mente fuor di senno, proprio come accadde a molti giovani soldati di ritorno dal Vietnam negli anni ‘60 che non hanno retto il peso dell’orrore.

Madama CIE non torna da così lontano, lei vive ed opera nell’Italia dei nostri giorni, quella degli operai arrampicati in cima alle fabbriche, delle aggressioni razziste, delle escort, delle ronde, dei precari senza un euro, dei viaggi disperati degli immigrati clandestini. A calcare le scene è un personaggio costruito dalla fantasia dell’autrice, ma i contenuti della narrazione sono frutto di una documentazione effettuata su reportage giornalistici, contatti con sindacalisti, volontari CIE, dossier e siti internet, fino ad interviste effettuate dalla stessa autrice ad immigrati clandestini.

Come in molti dei lavori della compagnia “AttriceContro” anche in questo c’è l’immancabile tributo al grande Gianmaria Volontè, i suoi personaggi perlopiù figli degli anni 70, trasportati ai giorni nostri si rivelano immortali, scolpiti nel tempo, sempre da tener presenti per penetrare a fondo la verità.

Nella colonna sonora anche “Mamy” canzone del gruppo rap Assalti Frontali,scritta da Militant-A per la versione musical di Madama C.I.E. contenuta nel loro ultimo album Profondo Rosso.

http://attricecontro.altervista.org/

Ponte Galera

Un documentario sul CIE Ponte Galeria: viaggio all’interno del Centro di Identificazione ed Espulsione più grande d’Italia

Nell’estate del 2012 ho avuto il piacere di iniziare un progetto che spero possa destare curiosità e interesse in molti. Si tratta di un documentario, completato a maggio del 2013, dal titolo “Ponte Galera”. Un titolo che volutamente storpia il nome della zona periferica di Roma dove sorge il Centro d’Identificazione ed Espulsione più grande d’Italia.

La ragione per cui questo progetto nacque, fu la campagna LasciateCIEntrare. Organizzata da un manipolo di giornalisti, essa aveva lo scopo di riacquisire il diritto da parte della stampa di poter entrare e documentare ciò che avveniva all’interno di queste strutture. Diritto che era stato negato nell’aprile del 2011 dall’allora Ministro dell’Interno Roberto Maroni.

Scoprii cosa fossero realmente i Centri di Identificazione ed Espulsione ovvero luoghi di privazione della libertà personale per quei cittadini non provenienti dai paesi dell’Unione Europea, trovati senza possesso di documenti regolari sul nostro territorio e quindi destinati all’espulsione.

Ideati da Livia Turco e Giorgio Napolitano nel 1998 con il nome di Centri di Permanenza Temporanea ed assistenza (CPT), in seguito cambiarono acronimo e durata della detenzione: dagli iniziali 30 giorni si giunse a 18 mesi. Un lasso di tempo durante il quale si dovrebbe risolvere il reato amministrativo, causa del trattenimento, attraverso l’identificazione e l’espulsione dal territorio italiano del migrante irregolare.

Intervistai, quindi, i principali protagonisti della campagna, mi recai davanti al CIE di Ponte Galeria e incontrai dei ragazzi che erano stati dentro tempo prima. Poi feci domanda alla Prefettura di Roma per accedere all’interno della struttura. La campagna LasciateCIEntrare aveva già vinto la sua battaglia, così non fu difficile ottenere il permesso.

Una volta dentro fui accompagnato dal Vice Prefetto Aggiunto Paola Varvazzo e dal direttore dell’Auxilium Giuseppe di Sangiuliano. Riuscii a parlare con donne e uomini trattenuti e ad attraversare le aree principali del centro. Intervistai anche Maurizio Lopalco, direttore sanitario dell’Auxilium.

La difficoltà maggiore nel documentare la questione sui Centri di Identificazione ed Espulsione consiste nel modo in cui farlo, nella scelta del punto di vista: come riuscire a dare un’idea oggettiva dell’intera faccenda?

Un punto di partenza, allora, potrebbe essere quello di prendere in considerazione i numeri: al 1° gennaio scorso risultano circa 1 milione di immigrati irregolari presenti sul territorio italiano. I posti disponibili nei 13 CIE del territorio italiano, in totale sono 1.901. Ne consegue che essere contrari a queste strutture non ha solo una motivazione etica e ideologica, bensì logica: non sono utili a risolvere il problema. Non solo, ma la gestione di questi luoghi è affidata a società che vincono l’appalto attraverso dei bandi, dimostrando di poter gestire il posto con la minima spesa. Tuttavia pare che il Ministero dell’Interno abbia riconfermato il documento programmatico che stanzia 13 milioni per la creazione di nuovi CIE, 13 milioni che potrebbero essere spesi per quelle strutture realmente utili a risolvere il problema degli irregolari.

Particolarmente interessante in questo senso risulta essere il recente “Rapporto” dell’associazione di promozione sociale Lunaria: un monitoraggio dei costi delle politiche volte al contrasto dell’immigrazione irregolare in Italia. Nel testo si legge che “il mantenimento del sistema di detenzione amministrativa svolge una funzione del tutto residuale ai fini di un efficace contrasto dell’immigrazione irregolare, mentre espone i migranti a gravi violazioni dei diritti umani fondamentali che non sono accettabili in uno Stato di diritto”. Lo studio sottolinea anche come i costi minimi sicuramente riconducibili al sistema di detenzione amministrativa nei CIE sono di almeno 55 milioni di euro l’anno, ma, su 169.126 persone “transitate” nei centri tra il 1998 e il 2012, sono state soltanto 78.081 (il 46,2% del totale) quelle effettivamente rimpatriate.

Tecnicamente non si tratta di un carcere, ma complessivamente lo ricorda in tutto e per tutto: gabbie come allo zoo, campi da calcio e da pallavolo, uomini e donne divise, la mensa, la biblioteca, la parruccheria, l’infermeria, l’area per ricevere le visite.

D’altronde lo stesso direttore Di Sangiuliano mi ha confermato come la maggior parte degli uomini “ospiti” sono ex carcerati che conoscono benissimo il codice penale italiano. Altro bug del sistema: se hanno passato del tempo in carcere, perché non sono stati identificati? Perché dopo aver commesso un reato penale si deve scontare una pena uguale (la prigionia) per un reato amministrativo?

Il problema dell’immigrazione in Italia, ovviamente, è una questione che riguarda l’Europa intera. Lampedusa è la porta per gli immigrati al resto del continente: ad Amburgo, in Agosto, ad esempio, fu particolarmente sentita dai cittadini la manifestazione “Lampedusa in Hamburg”.

Ultimamente ha fatto tanto parlare la vittoria del documentario Sacro Gra, di Gianfranco Rosi, al festival di Venezia, unico genere cinematografico in cui pare che noi italiani attualmente riusciamo a esprimerci bene. La verità è che il documentario è un modo di fare cinema bellissimo e particolare: non si deve per forza avere un budget elevato e, con poche spese, si riesce a creare prodotti di grande spessore. Il documentario unisce il giornalismo, l’inchiesta, il reportage con tutto l’aspetto cinematografico, informando, raccontando storie vere e ponendo quesiti senza fermarsi solo all’intrattenimento. Ponte Galera è un prodotto low budget, autofinanziato e in fase di distribuzione. Partito come un esperimento, è poi diventato qualcosa di più serio con la speranza che in futuro possa essere utile a cambiare lo stato delle cose attuale.

Marco Casciani

http://melvinbgoode.wordpress.com/ponte-galera/

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http://www.abitarenellacrisi.org/wordpress/?p=2749

 

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21.12 EXTRA-ORDINARY DAY! KARA GUNESH IN CONCERTO

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